L’Italian Baja 2025 si è svolta dal 3 al 5 luglio sui greti dei torrenti Cosa, Meduna e del fiume Tagliamento, nel territorio del Friuli occidentale. La manifestazione, organizzata dal Fuoristrada Club 4×4 Pordenone con base logistica presso la Fiera di Pordenone, ha registrato la partecipazione di equipaggi provenienti da tutta Europa. All’evento, valido per FIA World Cup Cross Country, FIA European Cup Cross Country, Campionato Italiano Cross Country Baja e Campionato Ungherese Cross Country, hanno preso parte anche otto equipaggi della MRC Sport.
Fabio Samsa, insieme al copilota Mirko Brun al volante della Toyota Hilux, analizza la propria prestazione: “Giornata molto calda, abbiamo avuto qualche problema con l’acceleratore elettronico, di conseguenza dovevamo spegnere e riaccendere la macchina più volte per ripartire. Comunque abbiamo chiuso con un quarto posto di categoria e dodicesimo assoluto. Questo è il primo anno e i nostri sono problemi di rodaggio, sicuramente andrà meglio in futuro.”
Michele Abeniacar era affiancato da Francesco Facile su una Suzuki Gran Vitara. “Era la mia prima partecipazione a questa gara e devo dire che mi è piaciuta molto – è la sua chiosa – un percorso vario e stimolante, con tratti veloci alternati a sezioni più tecniche. Nelle parti più veloci ho subito capito che la vettura aveva qualche problema e, non essendo un velocista per natura, mi sono trovato più a mio agio nelle sezioni tecniche dove posso sfruttare meglio le mie caratteristiche di guida. Si è trattata di una gara molto impegnativa per la meccanica, così ho cercato di preservare la macchina il più possibile, considerando che non è progettata per sopportare questo tipo di sollecitazioni estreme. Durante la prima prova di domenica, lungo le stradine che costeggiano il fiume, ho trovato dei solchi profondi scavati dalle vetture del Mondiale che erano passate in precedenza. A complicare ulteriormente le cose, c’era una quantità impressionante di polvere, un pulviscolo denso sollevato dalle auto che ci precedevano. All’inizio del secondo giro la situazione è peggiorata sensibilmente: la macchina ha iniziato a dare problemi più seri e si è staccato un supporto del cambio. A quel punto, con l’obiettivo di portare comunque a termine la gara, ho deciso di prendere la forfettaria nell’ultima speciale e di chiudere lì la mia avventura. Nonostante tutto, è stata davvero una bella esperienza e sono contento e soddisfatto di come è andata.”
Cristian D’Agnolo, che ha corso sulla Yamaha YXZ 1000R navigato da Michele Cussigh, racconta così la sua esperienza: “È stata una gara di alti e bassi. Il prologo è iniziato molto bene, sopra le più rosee aspettative; la seconda prova, invece, è andata piuttosto male per una scelta errata di set up, e, sabato mattina, nella vera prova di Baja siamo andati davvero forte, forzando un po’ il ritmo. Purtroppo, poi, nella seconda parte di prova, abbiamo preso un concorrente e ci ha tenuto dietro nella polvere per oltre 30 chilometri. Nella prova successiva, prima ci siamo messi su un fianco, ed io e Michele siamo riusciti a raddrizzare il mezzo, poi però, causa un tirante dello sterzo che ha ceduto, abbiamo capottato. Siamo comunque soddisfatti perché il mezzo c’è, l’equipaggio pure, quindi avanti così.”
Lorenzo Codecà, con Gilberto Menetti alle note su una Suzuki Gran Vitara, a fine manifestazione ha dichiarato: “Purtroppo la nostra gara si è conclusa prematuramente. Il prologo aveva dato buone sensazioni: nonostante qualche segnale di surriscaldamento del motore, la vettura girava bene e ci eravamo piazzati secondi assoluti nel campionato italiano e primi nel trofeo Suzuki. Tuttavia, a metà della prima prova speciale, il motore ha avuto dei problemi e non siamo più riusciti a riaccenderlo. Non ci è rimasto altro da fare che trainare la macchina fino all’assistenza. Ci rifaremo sicuramente alla prossima occasione.”
Quello che segue è invece il laconico resoconto di Andrea Toro, in gara con Monica Toro su una Nissan Navarra: “Abbiamo fatto solo il prologo e, per problemi meccanici, mi sono dovuto ritirare.”
Giuseppe Ananasso era su una Suzuki Gran Vitara con Fabrizio Del Rosario da navigatore. “Gara spettacolare per l’organizzazione impeccabile – ha commentato – I percorsi, ormai familiari, coniugano velocità, tecnica di guida ed amministrazione del mezzo. Con il debuttante navigatore Del Rosario abbiamo costruito il feeling nelle prime due prove, dove qualche incertezza, dovuta all’incidente di Aprile, aveva inizialmente penalizzato la guida. Nella storica prova nel Tagliamento abbiamo registrato un ottimo crono. Purtroppo, nella Tagliamento 2 abbiamo rotto un semiasse e due gomme, ma abbiamo comunque riportato la macchina in parco chiuso.” Per lui un primo posto in classifica nella gara valida per lo Storico. Anche
Irene Saderini, giornalista e presentatrice televisiva nota dal 2014 come reporter di gare automobilistiche e corse motociclistiche, nonché pilota di Tecnosport, ha preso parte all’evento con Sandra Castellani (portacolori della MRC Sport) come copilota. L’equipaggio ha corso a bordo di una Nissan Pick Up del team Tecnosport, lo stesso mezzo con cui Lorenzo Traglio ha conquistato il secondo gradino del podio alla Dakar Classic 2025 navigato da Rudy Briani. La sua valutazione dell’esperienza, conclusasi con un quinto posto nella classifica delle auto storiche, è entusiastica: “Per me è stata la prima esperienza di guida nel Cross Country Rally, dopo l’esperienza della Dakar Classic 2025 su camion Iveco come navigatore, sempre con Tecnosport. Voglio sottolineare la fortuna immensa di aver conosciuto Sandra e di averla avuta al mio fianco come navigatrice. Essendo alla mia prima gara, ho scoperto strada facendo che è una vera colonna portante di questo sport: esperta, determinata e capace di trasmettermi grande sicurezza. La mia progressione è merito suo: è stato davvero un regalo prezioso. Mi sono divertita tantissimo. Le speciali erano entusiasmanti da guidare, i trasferimenti bellissimi, nonostante il clima poco clemente che però ha messo alla prova tutti allo stesso modo. Anche se fisicamente stanca, provavo un piacere autentico nel guidare. Non riesco a trovare niente di negativo in questa esperienza. Quanto ai risultati, sono felicissima del quinto posto finale. Avevo deciso di non guardare la classifica: il mio obiettivo era semplicemente finire la gara sentendomi competitiva. Ho visto che eravamo lì con i tempi degli altri: un ottimo punto di partenza. Oltre alla gara, ho scoperto un territorio magnifico. Abbiamo dormito bene, mangiato benissimo, visitato posti stupendi. Siete davvero fortunati ad avere questi luoghi.”
Sandra Castellani aggiunge le sue considerazioni: “Io e Irene ci siamo affiatate immediatamente. Il nostro obiettivo era fare training e portare a termine la gara. Il primo giorno tutto è andato liscio, sabato abbiamo avuto alcuni problemi: incomprensione su una nota, problemi di visibilità nel guado per appannamento e una balise mal orientata. Inoltre abbiamo perso tempo prezioso per aiutare un altro equipaggio in difficoltà, perdendo più di mezz’ora. È stata una bella esperienza, davvero durissima per percorso e temperatura, che arrivava a 50 gradi in abitacolo. Irene non si è smentita né come capacità né come temperamento. Non abbiamo mai mollato nonostante la fatica. Una nota di merito va a Tecnosport, eccellente supporto con ragazzi competenti e attenti. Un ringraziamento sentito a tutti loro e, di nuovo, a Tecnosport, team che conta più di 35 anni di presenza in questo mondo e che è una famiglia, non solo una squadra.”
Claudio Allegranzi, affiancato da Roberto Musi su una Suzuki Gran Vitara, non nasconde le difficoltà incontrate: “Non è stata certamente una delle mie migliori prestazioni. I problemi sono iniziati fin dal prologo, quando ci siamo accorti che l’assetto della vettura non era ottimale: troppo rigido, creava serie difficoltà soprattutto sui tratti dissestati, dove buche e avvallamenti mettevano a dura prova la meccanica. Questo ha compromesso fin da subito le condizioni della macchina, rendendola difficile da guidare. Nella seconda tappa, a Rivignano, siamo riusciti a migliorare leggermente la situazione. Tuttavia, durante la prima prova del sabato, a metà percorso, si è rotto il tubo di una turbina. Dopo la sosta all’assistenza per le riparazioni d’emergenza, siamo ripartiti per la seconda prova speciale, ma il destino ci ha riservato un’altra amara sorpresa: dopo aver affrontato troppo duramente alcune buche particolarmente insidiose, a 30 chilometri dal traguardo si è rotto il trapezio e la ruota anteriore si è quasi staccata completamente. A quel punto non c’è stato più nulla da fare. Nonostante tutti questi inconvenienti, siamo comunque riusciti ad arrivare decimi nella classifica delle auto storiche. Devo ammettere che è stata una gara impegnativa sotto ogni aspetto, non solo dal punto di vista tecnico, ma anche fisicamente molto provante.”
Fanny Piccoli