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Tuttomotori News: amarcord. La stagione sportiva 1977 in Sardegna

“Che tempi quei tempi”, dice spesso, fra un po’ di retorica e un po’ di nostalgia chi ha vissuto attivamente periodi storici lontani, spacciandoli come anni formidabili, speciali, dove tutto era diverso e niente è più come allora.
Ma c’è sicuramente del vero in questo, anche in un anno inquieto come il 1977, segnato dalla recrudescenza armata del terrorismo, dalle lotte sindacali, si registrano importanti eventi di sport: dal Mondiale di Formula 1, vinto da Niki Lauda sulla Ferrari 312 T2 (che, acquisita la matematica certezza del titolo rinuncia agli ultimi due GP, scatenando polemiche a non finire), all’Alfa Romeo che vince l’ultima edizione del Mondiale Sport con la 33, alla Fiat 131 Abarth cha fa suo il primo Mondiale Rally, grazie anche alla politica di “pensionamento anticipato” della Stratos. E da noi?
In Sardegna è soprattutto l’anno della nuova regolarità, ovvero l’evoluzione in chiave più agonistica delle gare di precisione, ormai del tutto accantonate; la formula è praticamente quella di un rally, con vetture stradali ma con distanze limitate (a volte però con km da 1200 metri…). E c’è un agguerritissimo campionato, su sei gare da disputarsi sui leggendari (e rimpianti) sterrati di tutta l’isola: Nuoro, Cagliari, Tempio, Tortolì e Oristano ospitano i contendenti.

Gara d’apertura a Nuoro, col 3° Trofeo Cossu, ben 79 partenti, vince Persico su Opel GTE, ma è Dessolis che prende i punti del campionato (riservato ai gruppi 1 e 3). Le cronache riferiranno poi di reclami su reclami, allora era quasi normale vedere le classifiche a notte fonda…
A Cagliari si replica col Trofeo Mercury, gara definita polemicamente “scassamacchine” e qualcuno perciò vi rinuncia. Fa il bis Persico, ma è Deiana che si porta in testa al campionato mentre Seddone (campione in carica) porta al debutto la neo-omologata Alfasud Sprint e si classifica quarto.
Seconda Coppa Limbara a Tempio e terza vittoria di Persico, ma la sorpresa è il secondo posto di Tornatore-Visentini su Simca Rally 2, quella però preparata da Zambelli per le gare di velocità. La specialità si evolve sempre di più…

Tortolì ospita il 2° Trofeo Autogliastra, animato da clamorosi colpi di scena, un anticipo di 10’ ad un C.O. dell’equipaggio Persico-Muzzetto li relega da favoriti a ultimi assoluti, mentre un improvviso testa-coda fa perdere il comando a Seddone; se ne avvantaggiano Balzano, che vince, e Deiana e Saba che consolidano la leadership del Campionato.
Quinta prova ad Oristano, Trofeo Margherita, e vittoria di Pierpaolo Seddone che si porta così a 7 punti da Deiana. Secondo Tornatore e terzo Persico, con classifica sub judice causa reclami…
Il pilota cagliaritano finirà (forse!) per conquistare il Campionato.
A Nuoro si corre il Rally vero, la seconda edizione del Rally Nazionale della Sardegna. A vincere è il duo Persico-Muzzetto (Opel GTE) seguito da Belloi-Ciusa (Lancia Montecarlo) e Seddone-Floris (Alfa Sprint). L’ambizione degli organizzatori è quella di portare la gara ai massimi livelli del TRN (trofeo rally nazionali), e l’aumento di coefficiente guadagnato nell’edizione ‘77, darà il “la” per la crescita della gara. L’eccessiva cura e severità dell’A.C. Nuoro nell’organizzazione, porterà Salvatore Ciusa a scrivere: “Occorre però non esagerare dal lato dell’efficienza”. La scuola nuorese produce i suoi effetti e si comincia ad “esportare” campioni: Persico conquista il terzo assoluto al Rally Conca d’Oro (Corleone) e Seddone arriva secondo di classe nel difficilissimo Rally S.Martino di Castrozza valido per il Campionato Europeo Conduttori.
Ma è proprio dietro al rally nuorese che si scatenano furiose polemiche. L’occasione è il 1° Congresso Regionale di Automobilismo di Alghero, dove malgrado il costruttivo discorso dell’allora delegato regionale Vittorio Loriga, gli interventi degli esponenti dei vari AA.CC. provinciali sono di reciproca accusa, segno di una palese e indomita rivalità. Oggi molto è cambiato: abbiamo ancora le polemiche, ma non il congresso regionale…
Intanto si parla già del prossimo Rally Costa Smeralda, un sarcastico commento di Autosprint dice che tutto sarà al livello della prestigiosa località e si chiede se sarà così anche per le quote di iscrizione! La stessa rivista però darà il patrocinio ad una manifestazione che si annuncia partire alla grande: location impareggiabile, sostegno ad alti livelli della Federazione internazionale e percorso definito all’antica, scelto fra gli spettacolari sterrati del nord Sardegna da Dante Salvay.
A proposito di rally, nel luglio del 1977 diventa obbligatorio l’abbigliamento ignifugo, fino ad allora si correva in camicia e blu-jeans!

Sicuramente il pilota sardo dell’anno è Bebbo Gasole che in coppia con Andrea Coco, oggi apprezzato giornalista Rai, affronta il neonato Trofeo A112 Abarth, una vera e propria fucina di campioni, quali Bettega, Cunico, Tabaton e tanti altri. Il duo cagliaritano conquista il quinto posto finale nel Trofeo, stravinto da Attilio Bettega, ed un assoluto nell’impegnativo Rally Coppa Liburna. Si scriverà di lui nella didascalia del Rally Isola d’Elba: “una delle vere sorprese è stata la prestazione di Casole (scritto con la C, all’epoca era quasi consuetudine storpiare i nomi, che venivano dettati al telefono dai cronisti!) che si è inserito d’autorità nella lotta per la testa della classifica. Ha vinto tre prove”.

Per gli appassionati di karting, è un anno di ripresa, la presidenza della sottocommissione karting CSAI del benemerito Vittorio Loriga, (verrà nominato durante l’anno anche vicepresidente della Federazione Internazionale CIK), da sicuramente fiducia agli organizzatori che però devono accontentarsi per lo più degli improvvisati circuiti cittadini: una miscela di spettacolo e pericolo che sarà poi bandita negli anni a seguire. Qui i protagonisti sono Meloni, Scanu, Sechi, Biosa. Il circuito (vero) di Abbasanta ospita però un gran pubblico, accorre anche un gruppo di piloti livornesi che si aggiudica la 125, nella classe FE (Formula Europa), invece, domina un certo Uccio Magliona, lo vedremo già durante l’anno a bordo di una sport con cui scriverà (e continua a scrivere in altra veste) un bel pezzo di storia del mondo dei motori sardo.
Un altro nome “pesante” è quello di Sergio Farris, il pilota algherese sale per la prima volta su una Gruppo 6 (Chevron B23) e vince l’assoluta nella Coppa Primavera ad Amalfi, valevole per il trofeo nazionale della montagna. Le sue parole, all’arrivo, sono rivolte al secondo arrivato: “sono mortificato, battere Arfè in casa sua, per 2 decimi, è un furto!”. Farris conquisterà altri brillanti risultati nelle le più prestigiose salite italiane: (per esempio 5° a Gubbio, 6° a S.Angelo per 3 decimi ancora su Arfè!).
Quattro le gare di velocità in montagna disputate. La San Gregorio-Burcei, valida per il Campionato assoluto, è vinta da Franco Locci (Osella PA5 2000) davanti a Scola (Lola 3000) e Farris (Chevron 1600). L’ Alghero-Scala Piccada, anch’essa nazionale, vede ben 115 partenti e la rivincita di Scola ai danni di Locci, sempre terzo il padrone di casa Sergio Farris. A Campuomu, col percorso dimezzato, vince Franco Locci davanti a Soria, tutti e due su Osella PA5, terzo Nataloni sulla Stratos.
Debutta la Cala Gonone-Galleria che diverrà poi una classica delle salite sarde. Qui si impone Franco Locci, davanti a Soria, terzo Farris. Causa reclami, si registra la sospensione nei gruppi 1 e 3, ma è routine per i commissari sportivi di allora!
Fra le altre si disputa a Santa Margherita di Pula la 9ª Mobil Economy Run, gara di regolarità e consumi riservata a giornalisti e, non inganni la formula, è l’agonismo a farla da padrone, con ricognizioni abusive e tensione fra i partecipanti. E pensare che si corre con Fiat 127-1050. Una bella abitudine invece è andata perduta. Allora le case automobilistiche premiavano i piloti che correvano con le proprie vetture. La più impegnata in tal senso è stata l’Alfa Romeo e la medaglia d’oro consegnata a fine anno a Pierpaolo Seddone per i suoi eccezionali risultati sulla fida Alfasud, è veramente da incorniciare.

Oggi, queste poche note possono passare inosservate o considerate il solito banale rigurgito di memoria, ma chi ha vissuto, assistito e sentito, ha impresso in sé delle sensazioni uniche e ineguagliabili, come quelle che si provano, ad esempio, nel ricordare i polverosi traversi delle Kadett GTE Conrero, il rombo del Ford Armaroli della Chevron, l’odore dell’olio di ricino bruciato o ancora, i cofani aperti delle Fiat 700 gr. 5 preparate da Musa. Insomma, in due parole: “Che tempi quei tempi”.
Fonte: Tuttomotori News aprile 2007

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